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domenica 27 luglio 2008

Teatro e affari

Le organizzazioni teatrali differiscono pochissimo da quelle criminali descritte da Roberto Saviano nel suo Gomorra. Le leve di comando si trasmettono per linea familiare, sono ammessi, tollerati e anzi auspicati gli sgarri, i colpi di mano, le alleanze trasversali, i salti di fosso, i doppi e tripli giochi etc. Non solo: è piuttosto impressionante esaminare in che modo vengono gestiti e interpretati i ruoli all'interno di queste due organizzazioni. Sotto gli occhi di tutti ci sono sempre gli ultimi arrivati; il capo vero, quello che muove tutto, deve vedersi poco in giro: e tutte le volte che lo fa deve essere per atti di liberalità e di apertura. Un padre, insomma, uno che tiene ai suoi. I soldi li gestisce, in teatro, l'organizzatore, che interpreta il ruolo di Pippo Calò. Defilato ma implacabile, dimesso ma ferreo nel suo pragma. In realtà deve addossarsi tutto il brutto che si può dire del capo e dei capetti: i quali ogni volta che si troveranno a dover giustificare delle condotte squallide o vergognose, gli attribuiranno la responsabilità di tutto. I direttori artistici sono sempre più cattivi, in fondo, dei loro organizzatori. Sì sono molto simili, il teatro e la camorra. Il fatto che non si registrino mai fatti di sangue lo si deve unicamente al fatto che dal punto di vista economico, lo spettacolo è assolutamente irrilevante. Altrimenti, chissà quanto sangue, nei foyer.

mercoledì 2 luglio 2008

il moribondo soccorre il sano

Il teatro, linguaggio in perenne crisi, ormai fonda il suo residuo prestigio sociale nell'essere una sorta di liquido di contrasto. Qualsiasi altro linguaggio, codice, sistema di segni, prima o poi si avvale del teatro per accreditarsi culturalmente. Il moribondo in soccorso del sano. Curioso, no?